Le Strade Acciottolate e a Gradini

Si parte da piazza Vittorio Emanuele; si prende via Trento (di fronte all’abside della chiesa, tenendo la sinistra) e si prosegue, dopo il passaggio a livello, per via Piazze fino al ponte sul Bagnadore.

Dal ponte, a destra, si può ammirare la cascata del Gelone: negli anni ’30 questa fu arretrata di una cinquantina di metri, per poter ampliare, nella cava che vi è a sinistra, lo scavo della dolomia.
Oltrepassato il ponte, si prende la strada comunale del Monte di Marone e si inizia la salita della Rata di Roadine (l’etimologia è dal latino medievale Ruata = Strada, di cui è un diminutivo).

La Rata di Roadine è una tipica via acciottolata e a gradini che anticamente era solo pedonale perché troppo impervia (oggi è in parte cementata per permettere ai residenti di percorrerla in automobile). Ogni tanto, salendo, voltatevi a guardare il panorama di Marone, con lo sfondo del lago e delle isole di Loreto e Montisola.

In cima alla salita, prima incontrate l’azienda agricola Galì (dal soprannome della famiglia Cristini, che ne è proprietaria) e poi l’azienda agricola Stalù (dall’antico nome del fabbricato detto Stalù dei Vismara = Grande stalla dei Vismara): entrambe le aziende agricole producono un eccellente olio EVO che è possibile acquistare in loco.

Ora la salita si addolcisce e la strada è asfaltata; proseguite fino all’edicola (Santella, in dialetto) di San Giuseppe; la strada si fa in leggera discesa, al cui termine vi è il ponte sul Bagnadore , a sinistra, la sorgente Sestola.
La Sestola è la sorgente più copiosa e costante del bresciano e alimenta sia il torrente, che l’acquedotto e la centralina elettrica della MES.

Passato il ponte la strada si fa in salita e, sebbene si cammini sull’asfalto, la passeggiata è piacevole perché si attraversa un fitto bosco.

Alla fine della salita imboccate, scendendo, la Sp 32 fino alla località Campadel (dal dialetto Cap = campo, piccolo campo), dove prendete l’antica strada Valeriana; in località Castèl (Castello) incontrate l’omonima edicola e vi inoltrate in Collepiano (la frazione e la sua chiesa – aperta al mattino e intitolata a San Bernardo di Chiaravalle – meritano una visita).
Dalla chiesa scendete per via Mazzini fino a Ponzano e lungo la strada trovate l’edicola dei Michècc (dal soprannome di una famiglia Bontempi; in dialetto Michèt = michetta, tipo di pane, buono come il pane).

Ponzano e la sovrastante Molini di Zone erano, anticamente, il fulcro dell’economia maronese, fondata sui mulini da grano e sull’industria tessile (con macchine mosse dall’acqua): vi erano, nel ’800 una quarantina di ruote di mulino che muovevano macine, filatoi, telai per la tessitura e gualchiere.

A Ponzano, tenendo la destra, si scende per via 4 Novembre (una tipica via acciottolata e a gradini), anticamente detta Via dei Mulini e si torna a Marone.

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