Il giro delle frazioni di Marone, tra Strada dell’olio, Via valeriana e vie a gradini

Si parte da piazza Vittorio Emanuele, percorrete il lungolago e continuate lungo la ciclopedonale per via Battista Cristini; all’altezza dei campeggi Breda e Riva di San Pietro si gira a sinistra dove vi è il sottopasso della ferrovia e si imbocca via Caraglio – antica via litoranea immersa negli ulivi dove vi è un’ottocentesca pietra miliare e , poco dopo, l’edicola del Padre Eterno e – la percorriamo tutta.

Imbocchiamo quindi Via Gandane seguendo le indicazioni della Strada dell’olio (il percorso è, fin qui, su strada asfaltata). All’altezza di Vesto – un tipico e minuscolo villaggio medievale ed è rimasto sostanzialmente integro nella struttura, fatta di stretti vicoli, involti, contrafforti e case a corte: merita una visita – vi trovate sulla Via valeriana e la percorrete fino ad arrivare all’imbocco di Pregasso (dove ricomincia l’asfalto). Pregasso era, almeno fino al XV secolo, la sede del Comune Rurale, denominato Pregatio cum Marone. Nella piazzetta (vi si arriva girando a sinistra, lungo via San Pietro) vi è la fontana pubblica sovrastata dall’edicola della Madonna di San Pietro: inoltrandoci nel vicolo a destra troviamo un involto sovrastato dalla sinopia, quasi illeggibile, di un’Annunciazione. La frazione è piccola, ma ricca di architetture civili, con segni del Cinquecento e dei secoli seguenti.

Proseguite per via Val Pintana (anticamente anche via Gambalone) – dove incontrate l’azienda agricola Ortal produttrice di olio EVO e olio EVO DOP menzione Sebino – e continuate, tra uliveti e boschi, fino a Collepiano, Tenetevi sulla sinistra fino a giungere alla chiesa di San Bernardo. La chiesa di San Bernardo (aperta solo al mattino) ha opere di Ottavio Amigoni [1606-1661], Pompeo Ghitti [1633-1703] e Domenico Voltolini [1666-1746] e, seppur piccola, merita una visita, così come va visitata Collepiano che ha la struttura del villaggio medievale, con portoni che si aprono su piccole corti. Proseguite per via Mazzini fino a Ponzano (poco prima trovate la chiesetta di Santa Teresina di Lisieux). Ponzano e la sovrastante Molini di Zone erano, anticamente, il fulcro dell’economia maronese, fondata sui mulini da grano e sull’industria tessile (con macchine mosse dall’acqua): vi erano, nel ’800 una quarantina di ruote di mulino che muovevano macine, filatoi, telai per la tessitura e gualchiere.

A Ponzano, tenendo la destra, scendete per via 4 Novembre (una tipica via acciottolata e a gradini, anticamente detta Via dei Mulini), e tornate a Marone, giungendo davanti al BAR RETRÓ, dove potete dissetarvi con una bibita, un gelato o un aperitivo serviti dalla sorridente Raluca.